È di qualche settimana fa l’appello di Renato di Carlo, coordinatore dell’Associazione Nazionale Sordi in merito alle mascherine trasparenti. “Servono negli ospedali, nelle scuole, negli uffici pubblici, ma c’è grande difficoltà nel reperirle”.
La risposta arriva dal settore biomedicale di Mirandola, in provincia di Modena, da un azienda tutta Made in Italy, proprio come la mascherina WeAre studiata anche per i bambini.
La prima idea viene dal Kentucky, negli Stati Uniti, quando in piena emergenza, una famiglia ha iniziato a cucire mascherine con una parte trasparente, che consentisse di lasciar vedere la bocca, per poi donarle e aiutare la comunità di sordi e di ipoudenti.
WeAre permette di respirare e di proteggersi bene grazie al suo flusso d’aria innovativo ed al suo filtro protettivo. WeAre inoltre è quasi totalmente riciclabile (96,4%), solo il filtro può essere riutilizzato previo lavaggio fino a 20 volte, rendendo WeAre eco-friendly e pocket-friendly.
“Siamo davvero entusiasti di questo nuovo progetto, che tocca temi a noi molto cari come sostenibilità ed inclusività” Elena Poltronieri, Key Account Manager e Responsabile di Encaplast SPA per la collaborazione sul prodotto.- Il protocollo sanitario per il rientro a scuola del ministero della salute prevede l’utilizzo da parte degli insegnanti delle mascherine chirurgiche trasparenti per facilitare la comprensione durante lo svolgimento delle lezioni.
Recentemente anche Laura Ribaldone, sorda dalla nascita ha scritto una lettera d’appello indirizzata ai rappresentanti del governo affinché si mobilitano a normare e diffondere l’impiego di mascherine trasparenti fondamentale per chi non sente e comunica soltanto leggendo il labiale.
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