Oltre una decina di imprenditori del territorio hanno deciso di unirsi per creare una catena di valore tra imprese, cittadini, istituzioni e sostenere insieme lo sviluppo e la qualità della vita delle persone che vivono nel distretto.
“Ci importa, ci interessa”: così si traduce “We care”, diventato per oltre una decina di imprenditori della Bassa modenese il “cappello” o anche la “bandiera” di un gruppo di lavoro nato nell’estate scorsa.
Galeotto, in questo caso, è stato lo speech all’evento Biomedical Valley di Daniele Galavotti, Ceo di Qura, azienda del biomedicale. Invece di una tradizionale promozione della sua attività, Galavotti ha usato i dieci minuti a sua disposizione per lanciare il classico “sasso nello stagno”.
Pochi concetti, ma chiarissimi, che mettono a fuoco in modo inequivocabile il problema che, secondo Galavotti, attanaglia il distretto mirandolese: la ricostruzione, dopo il terremoto del 2012, è formalmente fatta, ci sono fabbriche, scuole, case, infrastrutture (poche, ma da sempre). Però, mancano ancora tante cose, che forse non c’erano più nemmeno prima del sisma che ha distrutto la Bassa.
Galavotti sintetizza questo problema con una frase che il dialetto rende più immediata ai presenti in platea: “‘A ghem bisogn ad baghèt’, abbiamo bisogno di ragazzi”.
Il distretto biomedicale ha costruito il suo successo sulle idee, sulle professionalità, sull’impegno di tante persone che, in parte, sono nate e cresciute qui e che sempre di più arrivano da ogni dove. “Perché qui offriamo un buon lavoro, occasioni di ricerca e di produzione di nuovi prodotti”, spiega Galavotti.
“Ma cosa offre il territorio a queste persone, famiglie che, qui, contribuiscono a fare la ricchezza della Bassa? Poco, molto poco”, riconosce l’imprenditore. “E dobbiamo essere consapevoli che ci sono già perdite occulte di professionalità, di personale e di risorse. Per ora sono occulte perché non fanno ancora rumore. Ma se non arricchiamo la qualità della vita delle persone che chiamiamo qui a sviluppare le nostre aziende, falliamo e falliremo miseramente. Quello che abbiamo costruito viene minato dalle fondamenta”.
“A Mirandola mancano servizi importanti, tra socialità, infanzia e viabilità. Possono esserci metodi nuovi per risolvere questi problemi vecchi. Non dobbiamo dimenticarci dei bisogni dei nostri ‘baghèt’”, conclude, nel suo speech, Galavotti.
Una riflessione che ha colto nel segno. Le manifestazioni d’interesse non sono mancate ed è arrivata l’adesione di molte aziende del territorio, che condividono la volontà ed il desiderio di far crescere nuove competenze nel distretto, a creare insieme un luogo dove crescere professionalmente e personalmente nella nostra Mirandola. Così è nato il gruppo #WeCare.
“Durante il periodo estivo abbiamo organizzato i primi incontri in cui abbiamo iniziato a condividere valori, mission e progetti del gruppo, raccogliendo il supporto di molte aziende, sostenitori e sponsor, non ultimo un supporto operativo da Confindustria Emilia”, conferma Valentina Bianchini, general manager di Encaplast. “I primi progetti del gruppo sono già in fase di sviluppo e al momento stiamo continuando a ricevere adesioni da parte di aziende del distretto, non solo medicali, dato che l’obiettivo dell’aggregazione spontanea di aziende è di creare una catena di valore tra imprese, cittadini e istituzioni”.
“Non possiamo essere una realtà in cui i talenti, che siano nostri o che provengano da fuori, hanno solo un buon lavoro e però vivono in una città, in una zona che non offre niente. Le nostre aziende non occupano numeri, ma persone che ci danno la loro professionalità ma hanno bisogno di avere qui una vita piena di occasioni”, rimarca Daniele Galavotti, CEO di Qura.
“I primi progetti di welfare di comunità del gruppo sono già in fase di sviluppo, l’obiettivo dell’aggregazione spontanea delle aziende che operano nel nostro territorio è creare una catena di valore tra imprese, cittadini e istituzioni, per pensare e sostenere insieme lo sviluppo e la qualità della vita delle persone che vivono nel nostro distretto”, sostiene Luca Scalmana, Operation Director di LivaNova.
Ad oggi, le aziende partecipanti al gruppo sono: Qura, Livanova, Encaplast, Eurosets, Acea Costruzioni, AeC Costruzioni, HMC, Fresenius Kabi, Haemotronic, Autocarrozzeria Imperiale, Mold&Mold, Pavani Group e Innova Finance.
La prima iniziativa di #WeCare andata in porto è stata la raccolta di 10 mila euro, durate il periodo delle festività natalizie, che ha visto coinvolte dieci aziende che fanno parte del gruppo, da destinare a tre strutture e associazioni che operano a Mirandola: l’associazione Anffas, che si occupa di persone con disabilità; il nido l’Arca di Noè presso Scuola paritaria Don Riccardo Adani e il Nido Belli e Monelli di Mirandola. Hanno partecipato Qura, Encaplast. Pavani Group, HMC, Eurosets, Acea Costruzioni, AeC Costruzioni, Mold&Mold, Autocarrozzeria Imperiale e Innova Finance.
“In queste settimane abbiamo portato il nostro ‘regalo’ alle persone che si occupano dei tre progetti scelti”, conclude Bianchini. “Per noi è il primo passo di un percorso che vorremmo lungo e costellato di iniziative e attività che contribuiscano a far crescere Mirandola non solo dal punto di vista economico, ma anche della vita sociale e culturale”.
“Condivisione e cooperazione sono la chiave di successo per un territorio come il nostro. Le persone, così come le realtà aziendali, non dovrebbero limitarsi alle proprie attività ma dovrebbero cooperare tra di loro per ottenere risultati sempre migliori. Ed è proprio per questo che sosteniamo e partecipiamo al progetto #WeCare”, aggiunge Mario Calzolari, Operation Director Eurosets.
“È un motto parlante in cui la parola we (noi) assume un ruolo estremamente significativo ed inclusivo, poiché trasmette il desiderio di contribuire attivamente, ed insieme ad un’azione di solidarietà per supportare il territorio biomedicale più importante d’Europa”, ricorda Alberto Bortoli, General Manager e Amministratore Delegato di Fresenius HemoCare Italia Srl.