Romagnoli, AD di Pentaferte: “Siringhe per il vaccino Covid? Così sarebbero solo importate”

Nelle ultime settimane sono numerose le polemiche sul bando governativo relativo alle 157 milioni di siringhe che saranno utilizzate per la somministrazione del vaccino Covid-19. Sull’argomento abbiamo sentito Gianluca Romagnoli, Amministratore Delegato di Pentaferte, una delle aziende leader nella produzione di siringhe in Italia, con una sede nel nostro Paese ed una in Francia

C’è un’emergenza siringhe in Italia? Avete avuto un confronto con il governo e con il commissario Arcuri?

“Non abbiamo avuto incontri, siamo in contatto con loro tramite il portale nazionale Invitalia su cui è presentato il bando per le siringhe con cui si dovrà inoculare il vaccino per il Covid-19. Il bando è stato pubblicato e prevede 157 milioni di siringhe, di cui 150 milioni destinate alla inoculazione stessa del vaccino e le restanti 7 milioni saranno “di servizio”, complementari. Inizialmente nel bando era presente un errore perché era richiesta una siringa che non esiste e non può esistere, con due caratteristiche concomitanti che non erano compatibili. Abbiamo chiesto chiarimenti agli esperti che lo avevano redatto e hanno ammesso di aver sbagliato. Il nuovo bando chiede comunque una siringa abbastanza difficile da reperire sul mercato perché richiede qualche optional in più rispetto alla siringa standard da vaccino. Le criticità sono la difficoltà di reperire la siringa sul mercato in breve tempo e il fatto che costerà di più. In tutta Europa, per il vaccino Pfizer e Moderna si stanno vendendo siringhe standard, mentre in Italia richiedono questa siringa più particolare. Da produttore mi tiro un po’ la zappa sui piedi perché guadagnerei di più a vendere questo tipo di siringhe, ma preferisco essere una persona giusta e dire le cose come stanno”.

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