Palma Costi: “Rivedere la norma su Payback dispositivi medici”

In Assemblea legislativa regionale è stato approvato un ordine del giorno bipartisan in tema di payback dei dispositivi medici e sottoscritto da tutti i gruppi politici con l’approvazione di un ordine del giorno. La dichiarazione della Consigliera Palma Costi del Partito democratico.

“Come consiglieri regionali, in primis di Modena ci siamo fatti portavoce della richiesta più volte riportata dalle Associazioni di categoria imprenditoriali delle forti preoccupazioni per l‘applicazione di una norma che sta creando molta preoccupazione e rischia di mettere in crisi il distretto del biomedicale di Mirandola e regionale uno dei più importanti al mondo, già duramente colpita dai sismi del 2012. Un distretto che ha saputo investire in ricerca ed innovazione, rispondere ai nuovi bisogni di salute, come ha dimostrato nell’emergenza Covid, e che ha creato occupazione. Per questo chiediamo una nuova e più equilibrata regolamentazione in materia di payback, che sia in grado di tutelare il tessuto produttivo ed i bisogni di continuità e qualità di fornitura dei dispositivi medici, ma nello stesso tempo va garantitala relativa copertura finanziaria nei confronti delle Regioni. Con grande senso di responsabilità ci siamo trovati uniti come forze politiche,  nel chiedere la revisione della norma che prevede un contributo economico da parte delle imprese produttrici in caso di sforamenti ai limiti di spesa della sanità stabiliti annualmente – continua Costi  – la nostra richiesta al Governo è di rivedere  una normativa che danneggia soprattutto le piccole, medie e aziende del biomedicale che sono meno patrimonializzate ma tradizionalmente più legate al territorio e con maggiori riflessi positivi in termini di occupazione e distribuzione della ricchezza, ma nello stesso tempo rischia di essere poco attrattivo per le Multinazionali presenti nel territorio. Questa situazione ha l’effetto di escludere dal mercato proprio coloro che, nel corso degli anni, hanno garantito la concorrenza e quindi l’introduzione sul mercato di prodotti con un miglior rapporto qualità-prezzo a beneficio del Servizio Sanitario Regionale Tra l’altro i rischi connessi a questa situazione richiedono una forte cautela per tutelare il diritto alla salute di tutti i cittadini, poiché le aziende fornitrici potrebbero essere costrette a non fornire più dispositivi medici, data la possibilità della Regione di operare una compensazione con i crediti delle stesse aziende fornitrici. Chiediamo inoltre al Governo di rinviare il termine per l’invio dei dati sullo sforamento del corrispettivo per l’acquisto di dispositivi medici rispetto ai tetti di spesa per gli anni 2019-2020-2021 proprio per agevolare la valutazione dell’intero sistema di payback, alla luce delle gravi conseguenze che comporterebbe e lavorare per altre modalità sostitutive al payback di finanziamento del sistema sanitario delle Regioni. Ricordo che la stessa Assemblea dell’Emilia Romagna ha approvato una legge per le Camere al fine di fissare al 7,5% del PIL le risorse da destinare al Fondo Sanitario Nazionale.’