ForTest, lo strumento per la misura della respirabilità delle mascherine sta avendo grande successo, l’intervista a Luca Ferrari

ForTest è un’importante azienda che ha sede a Modena, un’azienda che si è affermata grazie a competenza, passione e qualità del lavoro. La realtà emiliana progetta e realizza strumentazioni per prova di tenuta e prova di portata da oltre vent’anni. Da sempre l’obiettivo di ForTest non è vendere prodotti, bensì offrire soluzioni a 360º che permettano ai clienti di trovare il rimedio definitivo alle loro problematiche di qualità.

Durante il Covid è stato messo a punto un importante strumentazione che misura il grado di respirabilità delle mascherine chirurgiche. Queste le parole di Luca Ferrari, Sales Manager di ForTest: “E’ un prodotto su cui continueremo a lavorare. La normativa EN14683, un po’ “snobbata” in Italia perché indica tutte le caratteristiche che devono avere le mascherine chirurgiche, che qui, prima dell’emergenza, non venivano prodotte per problemi di costi, indica una prova di respirabilità per tali DPI e per fare ciò servono strumenti per misurare quella che in normativa viene chiamata “pressione differenziale”. In base a questo parametro, la mascherina può essere di diverse categorie. Noi abbiamo realizzato uno strumento che in pochi secondi prova la mascherina in modo completamente automatizzato, l’operatore deve solo premere un bottone, perciò la prova è velocissima e tracciata perché la macchina registra tutti i dati attraverso chiavetta usb o rete LAN. L’innovazione sta proprio nel fatto di avere uno strumento stand alone, con tracciabilità completa e facilità e velocità di utilizzo mai viste prima. Ovviamente – prosegue Ferrari – porteremo tale prodotto ad Innovabiomed il 26 e 27 ottobre prossimi, è un sistema che abbiamo già venduto sia in Italia che all’estero”. Che tipo di relazioni possono essere funzionali allo sviluppo delle nostre innovazioni? “Premetto che i nostri strumenti sono utilizzati in tantissimi settori, quello che ci aspettiamo da Innovabiomed è di avere contatti con produttori della componentistica medicale e di prodotti completi, che possa stimolarci all’apertura di nuovi progetti”.

Leggi l’articolo originale su Innovabiomed.it

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