Un bando regionale che mette in palio 50 milioni di euro, montepremi di tutto rispetto accessibile a patto che le aziende richiedenti siano seriamente interessate a puntare su ricerca, sviluppo e nuove assunzioni. Il contributo può infatti arrivare fino a 4 milioni di euro per progetti che prevedano «un forte impatto occupazionale» (almeno 300 assunzioni).
In attesa del responso c’è la Bellco, specializzata in prodotti per la dialisi, con stabilimenti anche a Tolosa e in filiali estere. C’è pure il colosso tedesco Fresenius, che vuole costruire un nuovo stabilimento vicino all’attuale fabbrica di Cavezzo (Mo); e Sorin Group specializzato dei dispositivi per la cardiochirurgia e le anomalie del sistema cardiovascolare. Passando al comparto meccanico, tra le aziende intenzionate a investire, ci sono la Trattori Spa di Carpi e la Vm Motori (50% General motors, 50% Fiat) di Cento, in provincia di Ferrara, specializzata nei motori diesel. Ha chiesto i finanziamenti anche la Lamborghini di Sant’Agata Bolognese, che potrebbe produrre nello storico stabilimento il nuovo Suv Urus. L’azienda del Toro ha assunto 300 nuovi dipendenti nell’ultimo triennio e potrebbe continuare con un centinaio di nuovi contratti anche per quest’anno.
L’elenco non si ferma qui, in lizza per il soldi della Regione ci sono anche le industrie ceramiche Panariagroup di Finale Emilia e Liu Jo, la griffe d’abbigliamento fondata a Carpi una ventina d’anni fa e divenuta un marchio mondiale. Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alle Attività produttive, che sta seguendo da vicino questo bando (i risultati arriveranno entro maggio), è convinto che iniziative del genere siano fondamentali per attrarre nuovi investimenti. Muzzarelli cita gli esempi recenti di Philip Morris, che investirà 500 milioni di euro nei nuovi stabilimenti di Crespellano e Zola Predosa (con 600 nuove assunzioni) e l’ultimo caso della Toyota.
«Cerchiamo di fornire agli imprenditori le condizioni ottimali in cui lavorare», spiega Muzzarelli. L’assessore elenca poi alcune buone ragioni per le quali un’impresa fa bene a investire in Emilia invece di delocalizzare nei paesi in via di sviluppo: «Qui si trovano bandi a sostegno delle imprese e incentivi per la formazione dei lavoratori. Qui ci sono tempi di pagamento certi da parte della pubblica amministrazione e scelte urbanistiche oculate, nel rispetto dei lavoratori. Dimostriamo che è possibile fare le cose per bene. Le nostre imprese devono crescere e andare nel mondo ma devono anche stare con i piedi ben piantati sul territorio». Certo la strada non è finita: «Per attrarre investimenti dobbiamo rafforzare la logistica: bisogna potenziare la banda ultralarga e i collegamenti per integrare gli scali merci». Infine l’appello al nuovo governo. «Se Renzi ci da una mano noi diamo una mano a Renzi».
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