Secondo l’ultimo studio di Assobiomedica 2014, in Italia il 55% delle startup biomedicali derivano dalla ricerca universitaria. Come evidenziato nel nostro precedente post, in Lombardia ed Emilia-Romagna gli spin-off della ricerca rappresentano meno del 50% del totale, al contrario di quanto succede in Toscana e Piemonte dove rappresentano quasi il 60% del totale delle startup del settore. Il numero di startup biomedicali è inoltre salito negli ultimi mesi: rispetto alle 250 aziende censite a giugno 2014, dato riportato da Assobiomedica, il numero è salito a 287 al 2 dicembre 2014 come evidenzia il Registro delle Imprese.
Spinti dal forte e storico interesse nel settore biomedicale del gruppo di angels, il 1° dicembre 2014 IAG ha annunciato la partnership con 2i3T,società per la gestione dell’Incubatore di Imprese e per il Trasferimento Tecnologico dell’Università degli Studi di Torino. Il 44% delle imprese incubate sono attive, infatti, proprio nel settore delle life science, e il 75% di tutte le startup di 2i3T risultano essere spin-off dell’Università di Torino. Grazie a questo accordo, le competenze imprenditoriali degli angels si affiancheranno alle competenze scientifiche delle startup e dei progetti early stage con l’obiettivo di sostenere questi ultimi nella crescita.
L’incubatore 2i3T è definito una “bridging istitution”, un’istituzione che svolge una funzione ponte tra l’attività di ricerca svolta dall’Università e il tessuto industriale di riferimento con l’obiettivo di sviluppare l’economia del territorio valorizzando i risultati della ricerca scientifica. L’incubatore, nato nel 2007, svolge tutt’ora un’intensa attività di scouting, che ha portato alla creazione di 40 nuove aziende science based nel settore della salute, energia ed ambiente, agro-alimentare, digitale, innovazione sociale, generando oltre 150 posti di lavoro.
2i3T offre un percorso di pre-incubazione e di incubazione alle potenziali imprese innovative. Nella prima fase le startup sono accompagnate dall’idea di impresa alla redazione del Business Plan, mentre la seconda fase si concretizza in un’attività di accompagnamento imprenditoriale da parte di 2i3T. Ad oggi le aziende incubate hanno sviluppato 20 brevetti.
“Aiutiamo gli startupper a realizzare l’analisi di fattibilità dell’idea – ha dichiarato Giuseppe Serrao, responsabile operativo dell’Incubatore 2i3T dell’Università degli Studi di Torino, in una recente intervista a La Voce della Russia – Vengono cioè considerati gli elementi fondamentali per chi vuole avviare un’azienda: definire qual è il prodotto o il servizio che si vuole produrre, il grado di originalità dell’idea, il mercato potenziale, la sostenibilità e il fabbisogno che il futuro prodotto soddisfa. Superata questa prima valutazione si passa alla fase del business plan, dove l’idea viene scomposta ulteriormente per comprendere i costi reali del progetto e si studia come proteggerne la proprietà intellettuale. Solitamente il suo orizzonte temporale è triennale”.