NELLA FOTO: Da sinistra Fernando Zilio, presidente di Unioncamere Veneto; Maurizio Torreggiani, presidente di Unioncamere Emilia Romagna; Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia
Per il 2015 si stima una crescita dell’1,2%. Nel biennio 2016-2017 è prevista una accelerazione grazie al delinearsi di migliori prospettive per investimenti, esportazioni e consumi.
Nel 2015 per il PIL della macroarea, che comprende le regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, e rappresenta il 40% della ricchezza complessiva nazionale, è prevista una crescita dell’1,2% rispetto allo 0,7% dell’Italia. E’ quanto emerge dall’analisi per la prima volta realizzata congiuntamente dalle Unioni regionali delle Camere di Commercio delle tre regioni – utilizzando i dati di fonte Prometeia sugli “Scenari delle economie locali” – e presentata in occasione della prima riunione congiunta di oggi delle Giunte delle tre Unioni regionali, a suggello del Protocollo di collaborazione sottoscritto in tema di monitoraggio dell’economia, supporto all’internazionalizzazione e sviluppo della progettazione europea.
Sulla base dell’analisi, sembra quindi confermarsi l’uscita dalla recessione e il rafforzamento dell’economia. Nel quadro di un diffuso rafforzamento della crescita nel biennio 2016-2017, la macroarea manterrà la sua leadership a livello nazionale con un incremento del 2% per il 2016 e dell’1,8% per il 2017.
La dinamica occupazionale accelererà nel 2015, portando la variazione delle unità di lavoro nella macroarea dallo 0,3% del 2014 allo 0,6% per l’anno in corso. Una progressiva accelerazione è prevista in tutte e tre le regioni nel 2016 e 2017, in corrispondenza della crescita del PIL più robusta.
In questo quadro, le previsioni che emergono dagli scenari Prometeia su Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna e, più in generale, sulla macroarea sono senz’altro positive. Le opportunità che derivano dal deprezzamento dell’euro, dalla discesa delle quotazioni del petrolio e dall’espansione quantitativa della Bce certamente contribuiranno a favorire la ripresa. Tuttavia, gli effetti strutturali che la crisi ha determinato impongono anche una certa cautela. La ripresa potrà realizzarsi solo dall’effetto combinato delle componenti che determineranno la dinamica del PIL e, quindi, da un’accelerazione dell’export, da una crescita più robusta dei consumi ma, soprattutto, da un effettivo rilancio degli investimenti.