Ancora in crescita il sistema distrettuale dell’Emilia Romagna che chiude con un aumento del 4% dell’export nel primo trimestre 2014, secondo una dinamica solo leggermente inferiore a quella dei distretti italiani (+5,4%).
Sono questi i principali dati che emergono dal Monitor dei distretti industriali dell’Emilia Romagna curato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Carisbo, Cariromagna e Banca Monte Parma.
Si conferma la buona performance delle piastrelle di Sassuolo (+9,7%), primo distretto della regione per valori esportati, trainata dalle vendite sui mercati tedesco e francese, mentre registra una lieve flessione il distretto delle macchine per l’imballaggio di Bologna (-0,3%). Chiudono in positivo cinque distretti dell’alimentare: l’alimentare di Parma (+7,5%), l’ortofrutta romagnola (+8,8%), il lattiero caseario di Reggio Emilia (+0,6%), i salumi di Parma (+0,9%) e il lattiero-caseario Parmense (+12,9%). In crescita anche il settore della meccanica trainato dalla food machinery di Parma (+24,1%), dalle macchine per il legno di Rimini (+7,7%), dalle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (+1,4%) e dalle macchine utensili di Piacenza (+193%). Bene anche il distretto dei mobili imbottiti di Forlì (+14,2%). Nel sistema moda invece, fatta eccezione per le calzature di San Mauro Pascoli (+9,8%), chiudono in negativo gli altri distretti: la maglieria e abbigliamento di Carpi (-6,9%), terzo distretto della regione per valori esportati, l’abbigliamento di Rimini (-3,1%) e le calzature di Fusignano Bagnacavallo (-3,7%). Segni meno anche per i ciclomotori di Bologna (-3,6%), i salumi del modenese (-8,1) e di Reggio Emilia (-6,3%) e le macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia secondo i dati ACIMAC (-5,5%).
“A trainare i flussi regionali sono stati i mercati avanzati (+5,6%) – commenta Adriano Maestri, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – confermando il trend osservato già alla fine dello scorso anno, grazie in particolare alle buone performance nei primi tre sbocchi commerciali: Francia (4,4%), Germania (5,6%) e Stati Uniti (5,7%). Ha comunque continuato a crescere l’export verso i nuovi mercati (+1,5%), anche se su ritmi inferiori rispetto a quanto osservato nei trimestri precedenti. Da segnalare le buone performance in Cina (+24,6%) e Turchia (+52,6%), mentre subisce una brusca frenata l’export verso la Russia (-21%), legato in parte alle tensioni politiche che hanno interessato il paese. In un quadro nel complesso positivo prevale un’elevata dispersione dei risultati”.
Utilizzando i dati del Censimento 2011 è stata aggiornata la mappatura dei poli tecnologici regionali con l’inserimento di una nuova realtà: il polo biomedicale di Bologna. Nel complesso i poli tecnologici dell’Emilia Romagna hanno evidenziato una crescita delle esportazioni nel primo trimestre 2014 del 5,3%, in controtendenza rispetto al dato nazionale (-1,8%). Hanno chiuso in territorio positivo il biomedicale di Mirandola (+10,7%) e il polo ICT di Bologna e Modena (+6%), mentre è diminuito l’export del polo bolognese del biomedicale (-2,9%).
Se da un lato i dati di commercio estero continuano a offrire una fotografia nel complesso positiva sull’andamento dell’economia regionale, i numeri sul ricorso alla Cassa integrazione guadagni evidenziano le difficoltà che tante imprese stanno ancora attraversando. Nei primi 5 mesi del 2014 si è infatti osservato un incremento delle ore di Cassa integrazione guadagni per i distretti tradizionali del 10,9%, che ha portato il monte ore a 6,4 milioni, su livelli storicamente elevati, sintesi dell’aumento della Cassa straordinaria, legata a crisi strutturali aziendali, e in deroga, attivata per le imprese di minor dimensioni. In calo invece il ricorso alla CIG dei poli tecnologici attribuibile in particolare al ridimensionamento delle richieste del polo ICT.”