Boggio: “una riorganizzazione strutturale dell’intera rete assistenziale è il modo più appropriato per coniugare risparmi e qualità, evitando tagli lineari e misure che penalizzano le imprese e non migliorano il nostro SSN”
Roma, 24 marzo 2016 – “È apprezzabile che il ministro Lorenzin e le Regioni parlino di nuovo Patto per la Salute, ma è altrettanto urgente che si passi alla completa realizzazione del precedente per recuperare il tempo perso e per salvare il nostro Servizio sanitario nazionale. La riorganizzazione dei servizi di medicina convenzionata, discussa ieri in Commissione Salute delle Regioni, rappresenta un passo fondamentale per garantire ai cittadini un’assistenza territoriale più strutturata e per gestire in modo più efficiente i reparti di emergenza-urgenza. È però altrettanto essenziale che, di pari passo alla revisione dei processi assistenziali e di accesso alle prestazioni, si avviino interventi mirati alla razionalizzazione della rete assistenziale ospedaliera”. Questo il commento del Presidente di Assobiomedica, Luigi Boggio, sull’incontro che si è tenuto oggi tra Ministero e Regioni sul Patto per la Salute.
“Il riassetto strutturale e la qualificazione della rete assistenziale ospedaliera e territoriale – ha dichiarato il Presidente Boggio – rappresentano la via maestra da seguire per coniugare risparmi e qualità, evitando tagli lineari e misure inappropriate che penalizzano le imprese e non contribuiscono a un miglioramento del nostro SSN. La riorganizzazione ospedaliera, invece, comporterebbe senz’altro risparmi nelle forniture di beni e servizi, oltre a ridurre gli sprechi connessi a reparti e dispositivi sottoutilizzati. Inoltre, sul fronte dell’assistenza territoriale le imprese del settore dei dispositivi medici sono in grado di contribuire in modo fondamentale a questo processo sia mettendo a disposizione beni e servizi essenziali di telemonitoraggio e teleassistenza sia sviluppando una serie di prodotti ideali per un utilizzo in ambito ambulatoriale e domiciliare”.
L’urgenza della riorganizzazione del sistema ospedaliero andrebbe affiancata da interventi mirati all’efficienza e all’appropriatezza del sistema che introducano percorsi diagnostico-terapeutici per la gestione dei pazienti, un piano nazionale per combattere le infezioni ospedaliere, interventi di appropriatezza diagnostica e specialistica. In questo modo si risparmierebbero quasi 2 miliardi l’anno con un vantaggio in termini di prestazioni e di competitività sia per i cittadini che per l’industria. Si tratta di risorse realmente ottenibili a differenza di quelle, del tutto aleatorie, tagliate finora in modo lineare con spending review e payback a svantaggio delle imprese e delle regioni e senza alcun beneficio per i cittadini”.