Chirurgia sempre più ‘sicura’ e in grado di limitare emorragie ed evitare risvegli intraoperatori dovuti a un’anestesia non ideale. Se ne parla in occasione del 116° Congresso della Società italiana di chirurgia (Sic) in corso a Roma, dove alcuni dei maggiori esperti in chirurgia porteranno le loro esperienze sull’utilizzo di questi innovativi dispositivi durante un simposio organizzato il 13 Ottobre da Baxter.
Per limitare le emorragie a volte non basta la sola abilità del chirurgo o le tecniche convenzionali ma bisogna ricorrere a dispositivi e/o farmaci che favoriscano e accelerino alcuni dei naturali processi fisiologici dell’organismo come l’emostasi, il processo riparativo che prevede la coagulazione del sangue e la riparazione delle ferite. Da questo punto di vista, l’introduzione di dispositivi medici emostatici a base di collagene rappresenta un’efficace risposta alle necessità del chirurgo in sala operatoria quando il controllo delle emorragie tramite pressione, legatura o procedure convenzionali risulta essere inefficace o non praticabile. Proprio grazie a questa ‘nuova filosofia’ della chirurgia, di cui Baxter è promotrice anche attraverso una campagna di comunicazione al medico e al paziente, è possibile ottenere un minor rischio di perdite di sangue e quindi di trasfusioni, meno tempo in sala operatoria ma anche un minor pericolo di complicanze maggiori e minori intra e post-operatorie. “La chirurgia – spiega Francesco Corcione, presidente eletto della Società italiana di chirurgia – si orienta sempre di più verso una minore invasività a beneficio del paziente. Per far questo il chirurgo ha bisogno dell’ausilio tecnologico, attraverso device e strumenti che possano consentirgli di portare a termine interventi molto delicati. In chirurgia ‘open’ esistono diversi sistemi per bloccare un’emorragia. In quella meno invasiva, al contrario, si necessita di ausili innovativi. Avere a disposizione strumenti di questo tipo significa avere più opportunità e possibilità di una buona riuscita dell’intervento chirurgico a totale beneficio del paziente. Un beneficio che si riflette positivamente anche sulla società”. “In questo caso infatti – prosegue Corcione, direttore dell’Unità di Chirurgia Generale, Presidio Monaldi Ospedale Delli Colli di Napoli – innovazione si traduce anche in riduzione dei giorni di degenza e di necessità di re-interventi a seguito di eventuali complicanze. In una parola: più risparmio per le casse del Servizio sanitario nazionale. È necessario ribadire che per quanto la chirurgia si orienti sempre più verso un maggiore comfort, non è possibile immaginarla avulsa da rischi, in tutti i settori anestesia inclusa. Ben vengano le innovazioni ma tutti, a cominciare dal paziente, devono sapere che la ‘bacchetta magica’’ in mano al chirurgo non esiste”.A fare la differenza sono spesso piccoli ma importanti dettagli a beneficio dei pazienti. E sono numerose e importanti le novità in materia di emostatici, in ottemperanza alla direttiva europea sul tema della prevenzione dei rischi per l’operatore sanitario (Direttiva 2010/32 Ue). Oltre alla possibilità di ricostituzione totalmente in campo sterile, è oggi infatti possibile eliminare da questa fase la presenza di aghi, il tutto per incrementare il profilo di sicurezza a vantaggio degli operatori sanitari. Dati clinici ed economici derivanti da vari studi internazionali, di recente pubblicazione, affermano quindi con forza l’importanza dell’utilizzo di materiali che rispondano al concetto di ‘chirurgia senza sangue’ o ‘pulita’, che, in buona sostanza, rappresenta la nuova frontiera della chirurgia, che si sta affermando come soluzione universale alternativa”. Al termine di un intervento è cruciale anche la fase di risveglio del paziente: un tempo prolungato per l’estubazione, ad esempio, comporta maggiori disagi per il paziente stesso e quindi, una più difficile e prolungata gestione post-operatoria. La filosofia che guida la chirurgia più sicura si fonda dunque anche su un’alleanza tra chirurgo e anestesista, nell’ottica di una gestione più efficace ed efficiente del paziente in tutte le fasi dell’intervento. E la scelta di un agente anestetico è determinante soprattutto per quelli che sono i tempi di estubazione. Alcuni studi hanno infatti dimostrato come la molecola desflurane (gas anestetico) sia rapidamente eliminata dall’organismo consentendo un rapido recupero a beneficio del paziente. Il tempo recuperato grazie a un’estubazione veloce rappresenta un valore aggiunto anche per l’ospedale in termini soprattutto economici. Un ritardo nell’estubazione e nel conseguente recupero di un paziente comporta un aumento dei costi di gestione legati a maggiore permanenza in sala operatoria e di risveglio, una riduzione del volume di attività della sala stessa e un conseguente ritardo nello svolgimento degli interventi.”Gli alogenati di ultima generazione consentono rapidi risvegli e sono anche in grado di garantire una cardioprotezione a beneficio del paziente. In sintesi: maggiore sicurezza. In quest’ottica – spiega Antonio Corcione, presidente designato della Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) – va valutata anche l’importanza di un efficace monitoraggio dei farmaci per controllare il livello dell’anestesia ed evitare risvegli intraoperatori. Nell’ottica di quella che chiamiamo ‘chirurgia più sicura’ l’alleanza tra chirurgo e anestesista è la base per garantire sicurezza al paziente. Baxter è tra le aziende che di più investe in questo campo. Con l’ausilio che ci arriva dall’innovazione dei farmaci e dei dispositivi tecnologicamente avanzati – conclude Corcione, direttore dell’Unità operativa di Anestesia e Tipo, Ospedale Dei Colli, Monaldi a Napoli – siamo in grado di abbassare al minimo il margine di errore, di rispondere prontamente a complicanze spesso improvvise ma anche e soprattutto a offrire qualità al paziente: un fattore determinante per la buona riuscita di un intervento chirurgico”.
Fonte: AdnKronos Salute