Rimondi: “nuovi tagli rischiano di decretare la fine dell’universalismo del nostro SSN, quando sarebbe fondamentale investire sul sistema salute”
Portare la spesa sanitaria al 5,25% del Pil, come indicato nei documenti sulla spending review di Cottarelli, significa portare il nostro Servizio sanitario nazionale a livelli ben al di sotto della media europea. Lo ha riferito l’Ocse e lo ha ribadito oggi Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Sanità del Senato, nel corso del suo intervento agli Stati Generali della Salute. La prospettiva di nuovi tagli alla Sanità nel Def che verrà varato oggi dal Consiglio dei Ministri, rischia di decretare la fine dell’universalismo del nostro SSN con conseguenze disastrose per i cittadini. Questo il commento del Presidente di Assobiomedica a margine del convegno “La Sanità dei prossimi anni: modelli di sostenibilità del sistema e trasparenza dei dati. Il paziente al centro” nell’ambito degli Stati Generali della Salute che si stanno svolgendo a Roma: “Sappiamo che ci sono sacche di sprechi e inefficienze – ha spiegato Rimondi – e Assobiomedica va da tempo chiedendo trasparenza e appropriatezza in Sanità.
Il problema va però affrontato in modo strutturale, reinvestendo le risorse nel nostro sistema salute e non con tagli che mettono a rischio le prestazioni da erogare e la loro qualità”
“Ci auguriamo che la voglia di cambiare marcia, con una programmazione e una pianificazione seria in Sanità, più volte sottolineata oggi dal Ministro Lorenzin – ha concluso Rimondi -, porti il nostro SSN verso livelli di efficienza e non a un progressivo impoverimento del sistema. È importante puntare sull’industria della salute che può portare innovazione, grazie alla ricerca scientifica, qualità delle prestazioni, nuovi posti di lavoro qualificati, dando un serio contributo all’innalzamento della qualità dei servizi sanitari offerti ai cittadini”.
Fonte: Assobiomedica