Alessandro Monterosso, CEO di PatchAi: “Creare sinergie ed agire come ecosistema è vitale”

PatchAi è la startup padovana di digital health che si propone di migliorare la ricerca clinica grazie al focus sull’engagement del paziente. Dal 2018 l’organizzazione ha raccolto oltre 2,56 milioni di euro e ha vinto oltre 17 competizioni e concorsi nazionali ed internazionali per startup. Nel 2019 ha chiuso tre round di finanziamento entrando sul mercato 12 mesi prima del previsto. Abbiamo intervistato Alessandro Monterosso, CEO di PatchAi.

“PatchAi – spiega Monterosso – ha sviluppato una piattaforma cognitiva che offre un assistente virtuale empatico basato su intelligenza artificiale, pensato per la raccolta e analisi predittiva dei dati per pazienti arruolati in studi clinici (fase III-IV e Patient Support Program). Il nostro obiettivo è migliorare la qualità di vita dei pazienti accompagnandoli durante l’intero percorso di cura e supportare le case farmaceutiche nella produzione di farmaci sempre più sicuri ed efficaci. PatchAi si rivolge a società farmaceutiche e Contract Research Organisation che conducono/supportano studi clinici. La raccolta di dati durante le sperimentazioni cliniche si basa ancora in larga misura su carta (circa 50% dei casi). Questo determina una scarsa aderenza al protocollo (11%). PatchAi, pone la persona al centro di questo percorso, tramite una soluzione empatica e coinvolgendo attivamente l’utente nell’autogestione delle proprie condizioni di salute. In seguito ad una serie di domande l’assistente virtuale sceglie che tipo di vocaboli utilizzare e il tono di voce da assumere, così da poter raggiungere l’interazione e il maggior grado di empatia con il paziente. I nostri risultati preliminari dimostrano una aderenza al protocollo superiore al 95%, che determina una migliore raccolta dei dati e pone nel lungo termine PatchAi come un enabler di farmaci personalizzati.

Leggi il resto dell’intervista a cura di innovabiomed.it