All’incontro, nell‘aula Magna del Policlinico S. Orsola – Malpighi, sono intervenuti rappresentanti istituzionali e professionisti del settore fra cui:
Emilia Grazia De Biasi – presidente della XII Commissione Permanente Igiene e Sanità
Maria Pia Garavaglia – Presidente Istituto Superiore di Studi Sanitari
Gianbattista Capasso – Presidente della Società Italiana di Nefrologia
Alessandro Nanni Costa – Direttore del centro Nazionale Trapianti
Marisa Pegoraro – Presidente delle Infermiere Dialisi e Trapianto (EDTNA-ERCA)
Antonio Santoro – Direttore U.O. Nefrologia, Dialisi e Ipertensione, Policlinico S. Orsola Malpighi di Bologna
Sergio Stefoni – Direttore U.O. Nefrologia, Dialisi e Trapianti Policlinico S. Orsola Malpighi di Bologna .
La malattia renale cronica è una patologia in progressiva espansione nella società occidentale. Si stima che solo in Italia siano circa 5 milioni le persone affette da insufficienza renale cronica (IRC), di cui 50mila sottoposte a dialisi. Complessivamente nel nostro paese, secondo i più recenti dati del censimento SIN, ogni anno si registrano circa 10.000 nuovi casi di pazienti con insufficienza renale che necessitano di dialisi cronica.
La carenza dei trapianti per coloro che attendono in lista d’attesa è allarmante. Nel 2013 risultano in attesa 6687 dializzati a fronte dei 1503 interventi eseguiti (di cui 191 trapianti da vivente). “I dati dell’attività di donazione e trapianto di rene in Italia, al 28 febbraio 2014, sostiene Alessandro Nanni Costa – direttore del Centro Nazionale Trapianti- mostrano una ripresa dei trapianti di rene da donatore cadavere e dalle proiezioni disponibili presso il Sistema Informativo Trapianti, il numero dei trapianti di rene da donatore vivente sono 210 rispetto ai 191 del 2013. Questi dati potrebbero aumentare entro la fine dell’anno a dimostrazione di un fatto importantissimo: si fa strada nel nostro paese la cultura della donazione da vivente come opzione terapeutica. Negli ultimi anni, infatti, si è registrato un progressivo allungamento dell’aspettativa di vita della popolazione italiana e un conseguente innalzamento dell’età media dei donatori per quanto concerne il prelievo di organi da cadavere. Alla luce di questo scenario, le donazioni di rene da vivente rappresentano una risorsa importante per il sistema trapiantologico. Nonostante l’alta qualità raggiunta dal nostro sistema, l’impegno e l’attenzione verso la diffusione della cultura della donazione rimane sempre alto al fine di poter ridurre il numero di pazienti in lista d’attesa che ad oggi sono 6798”.
Un altro problema che deve essere affrontato con decisione è quello della prevenzione e diagnosi precoce poiché: “Più del 30 % dei pazienti con malattia renale cronica inizia la dialisi senza alcuna diagnosi istologica.Bisogna aumentare l’attenzione alla prevenzione, alla diagnosi precoce, alla cura per arrestare la progressione o addirittura promuovere la remissione della malattia renale- evidenzia Valentina Paris – lavori scientifici pubblicati dal gruppo di ricerca dell’Istituto Mario Negri di Bergamo coordinato dal Prof. Giuseppe Remuzzi mostrano quanto sia importante una diagnosi precoce per poter intervenire con una cura adeguata nella malattia renale iniziale e allontanare lo spettro della dialisi”.
“ Per i pazienti già in dialisi, recenti risultati di una ricerca sulla percezione delle qualità delle cure ricevute eseguita a fine 2013, che ha coinvolto un campione di 300 dializzati associati, hanno mostrato una valutazione positiva sul livello di qualità delle strutture di dialisi in Italia promosse a pieni voti dall’80% degli intervistati. Pur soddisfatti, come associazione dei risultati della ricerca,- Valentina Paris evidenzia come – si ha oggi il dovere di garantire e difendere a tutti i nefropatici, nella loro storia di malattia, i diritti socio-sanitari che sono invece messi a dura prova. 50.000 sono i malati a dialisi,(dati SIN) tra cui bambini, la cui qualità della vita è strettamente legata ai diritti socio-sanitari.
Come evidenzia Giuseppe Vanacore –consulente legale dell’ANED“ In un momento in cui continua una spendig review di tagli lineari alla spesa sanitaria che mettono in difficoltà le strutture e spingono fuori dalla tutela molti cittadini. Vedi la mancata applicazione della legge 104 da parte dei datori di lavoro per le lavoratrici e i lavoratori dializzati, il diritto dei pazienti al trasporto (previsto dai LEA) lasciato dalle ASL a un “privato selvaggio”, che oltre a riscuotere la quota prevista sollecita il paziente trasportato a contribuire con altro denaro, la giungla dei rimborsi tra e nelle stesse le regioni, le difficoltà ad estendere – nonostante sia stato riconosciuto dalla Cassazione – la legge 210 nei casi di contagio contratto in dialisi, l’ingiustizia del rinnovo della patente ogni due anni per i pazienti trapiantati, in troppi casi una inutile corsa ad ostacoli per persone tornate ad una vita pressoché normale.”
ANED ha inoltre raccomandato che il Servizio Sanitario Nazionale Virtuoso possa essere messo in condizione di lavorare al meglio poiché la salute è un bene pubblico.
A questo proposito Maria Pia Garavaglia – Presidente Istituto Superiore di Studi Sanitari ha sottolineato :“L’aggettivo virtuoso è esattamente il connotato che deve avere il servizio più delicato e complesso a tutela di un diritto inviolabile quale è la tutela della salute. E’ virtuoso se all’interno di spending rewiev e sostenibilità agisce tenendo contestualmente presenti l’economia, l’organizzazione, la società coi bisogni di salute. Il FSN per il 2014 è di oltre 109 mila miliardi di euro: c’è spazio per recuperare efficienza eliminando gli sprechi, i doppioni, le sovrapposizioni di servizi e personale. I servizi dedicatori ad una migliore qualità della vita sono spesso dipendenti dalla tecnologia, dalla sua evoluzione, ma anche della sua corretta e coerente dislocazione sul territorio. Il FSN è virtuoso se proporziona ai bisogni la programmazione e, per il tempo presente, se si coordina con l’aumentata cronicizzazione di molte malattie tra le quali le nefropatie”
“ Nel corso del suo intervento il Prof. Stefoni – Resp. Nefrologia, Dialisi Policlinico S. Orsola Malpighi di Bologna – ha trattato aspetti di grande attualità nel campo di trapianti di rene, soffermandosi in particolare sulla donazione da vivente, sui farmaci anti-rigetto e sulle problematiche mediche derivanti dal fatto che oggi vengono sottoposti al trapianto pazienti di età più avanzate rispetto al passato. Prendendo lo spunto dai positivi risultati attuali, il Prof. Stefoni ha poi delineato le principale linee di futuro sviluppo dell’attività trapiantologica, con la disponibilità di nuovi farmaci immunosoppressori sempre più efficaci e meglio tollerati”.
La presenza attiva di centinaia di pazienti e familiari (oltre 500) che si sono impegnati a portare la loro fattiva collaborazione nei vari centri dialisi a fianco dei malati, degli operatori sanitari insieme all’impegno dei politici presenti, fa ben sperare, in questa rinnovata partecipazione, nel raggiungimento degli obiettivi preposti.
Di particolare interesse i punti sollevati durante l’intervento della Senatrice Emilia Grazia De Biasi,Presidente della XXII Commissione Permanente Igiene e Sanità del Senato.
“In perido di spending review è necessario porre molta attenzione nel mantenere l’universalismo del servizio sanitario nazionale omogeneizzando la qualità dei servizi offerti, oggi ci sono troppi modelli, uno per regione, che impediscono o limitano l’accesso alla diagnosi e alle modalità di cura fondamentali.
Importante non confondere le ruberie con le professionalità, lavorando di accetta sulle regioni apparentemente non virtuose, si rischia così di chiudere la sanità nazionale. Le eccellenze del pubblico vanno evidenziate e supportate, non generalizzando sui singoli casi. I dati OCSE ufficiali smentiscono quanto esposto recentemente dal governo, la sanità italiana spende il due percento in meno rispetto alla media europea, confermando eccellenza tecnica e gestione economica.
La nuova modalità di “fare cura” è seguire il paziente non solo nella fase ospedliera, ma in tutto il percorso patologico anche grazie al supporto delle nuove figure professionali sanitarie che saranno riconosciute con l’approvazione della nuova legge.
Un altro nodo cardine è l’informazione: la televisione è uno straordinario strumento, Rai e tutti gli altri canali informativi devono fare molto di più per sensibilizzare alla donazione per aumentare i trapianti, smettendo con la TV del dolore che fa intattenimento, alimentando la disinformazione, come recentemente accaduto.
Il problema di eliminare la revisione della patente per i trapiantati ogni due anni, è fondamentale per permettere il completo reinserimento nella società anche lavorativa, affinchè la persona non si senta costantemente a rischio ma ritornata “normale”, a questo fine, sollecitata dal Presidente Aned Valentina Paris, la senatrice si è fatta carico di un impegno presso il ministero affinchè entro un anno venga apportata la dovuta modifica di legge”.
Fonte: Il Resto del Carlino