Una premessa va fatta. Il Distretto biomedicale di Mirandola, da tutti così conosciuto, in realtà non è un’entità giuridica, ma puramente territoriale. “Abbiamo registrato il portale e il marchio qualche anno fa insieme al compianto fondatore Mario Veronesi, scomparso nel 2017. In realtà per il polo industriale, secondo Veronesi stesso, la definizione di distretto era inadatta alla realtà industriale perché di fatto mai strutturata in tal senso. Peraltro, le aziende del territorio o comunque del settore biomedicale, sono diverse per dimensioni e struttura. Sono complementari in molti casi”, dice ad AboutPharma and Medical Devices Alberto Nicolini, editore di Distrettobiomedicale.it e organizzatore di Innovabiomed, il network place per l’innovazione biomedica in Italia. “Mi spiego. Ci sono le multinazionali che rappresentano circa il 70% degli addetti e sono concorrenti tra di loro, ma si tengono alla larga da elementi di natura associativa territoriale. Poi c’è la fascia dei piccoli e medi produttori indipendenti che ovviamente hanno caratteristiche diverse. In alcuni casi sono aziende padronali, in altre sono partecipate da fondi o da azionisti di riferimento che fanno altro (come Eurosets, partecipata da un’azienda che realizza cliniche). Ci sono poi le piccole o micro aziende nate in relazione allo sviluppo di un prodotto o di un servizio, che lavorano per le multinazionali ma che sono per struttura o per dimensioni molto caratterizzate sulla persona più che sull’organizzazione. Infine abbiamo tutte le aziende che in ospedale non ci vanno con un loro prodotto, ma che lavorano per conto di aziende che producono dispositivi, come quelle che fanno le componenti, cioè tutte le forniture Oem (Original equipment manufacturing) oppure Odm (Original design manufacturing) ovvero fanno prodotti specializzati standard o customizzati, fatti su disegno del committente. Hanno una specializzazione di filiera, fanno parte della catena di fornitura. Il biomedicale è molto vasto, nel senso che andiamo dal dispositivo monouso all’apparecchiatura (es. rene artificiale). Si tratta di dispositivi tutti in plastica, sterili e monouso, che vengono utilizzati in molti campi. A Mirandola c’è una forte caratterizzazione di dispositivi monouso in ambiti come dialisi, cardiochirurgia, circolazione extracorporea etc.” continua Nicolini.
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