Covid-19 ha colpito duro, ma le aziende dell’area hanno saputo reagire, in vario modo, all’emergenza sanitaria. Stefano Rimondi, ex presidente di Assobiomedica (oggi Confindustria Dispositivi Medici) nonché socio fondatore della mirandolese Aferetica lo racconta così. “Molte società hanno visto calare il giro di affari a causa del rallentamento degli ospedali. Tuttavia il distretto in quanto tale non ha mostrato problemi significativi. Questo è legato al fatto che nel territorio ci sono aziende che svolgono attività che non sempre possono essere posticipabili e penso soprattutto al campo dialitico che è stato il capostipite dell’industria mirandolese a cui poi si è affiancato il settore della terapia intensiva”. Altro elemento che ha aiutato nel reggere l’urto Covid è stato un robusto contoterzismo B2B. “Non c’è stata collaborazione solo tra le aziende, ma ognuna di esse ha potuto contare su una serie di conto terzi che in questo caso non va inteso come attività esternalizzate, ma come soggetti imprenditoriali con vocazione B2B anziché B2C. Apportano capacità di manifattura e di ricerca e sviluppo”, continua Rimondi. In alcuni casi si è assistito a un vero e proprio rilancio dell’area grazie a una riconversione industriale a tempi record (come racconta il libro pubblicato nel 2020 “Covid-19: aziende in prima linea” edito da Alberto Nicolini Group).
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