Approccio chirurgico mininvasivo, ridotti tempi operatori e recupero postoperatorio più rapido – le esperienze degli ospedali di Massa e Torino
Il traguardo italiano della valvola aortica senza suture Perceval si somma ai successi ottenuti nel mondo: approvata dalla FDA americana, ha curato più di 15 mila pazienti in più di 310 ospedali nel mondo. In 8 anni di esperienza clinica le sue indicazioni sono state estese alla totalità dei pazienti – anziani e non – che devono ricorrere alla sostituzione della valvola aortica. Oltre 115 pubblicazioni scientifiche dimostrano gli eccellenti risultati clinici ottenuti.
La valvola biologica senza suture Perceval™ rappresenta una delle più recenti innovazioni nel campo della tecnologia delle valvole cardiache, frutto di una lunga serie di prodotti progettati e realizzati in Italia da Livanova. Si tratta di una protesi di valvola aortica dotata di un’esclusiva struttura ad auto-ancoraggio che consente al chirurgo di sostituire la valvola nativa difettosa senza dover applicare suture ma semplicemente espandendola nell’orifizio valvolare, una volta che la valvola malata del paziente è stata rimossa.
Il Dottor Marco Solinas, direttore dell’UOC Cardiochirurgia per Adulti, presso la sede ospedaliera di Massa -Ospedale del Cuore G. Pasquinucci, della Fondazione Toscana G. Monasterio dichiara: “Perceval ha consentito un “matrimonio felice” tra la mini invasività dell’approccio chirurgico e l’assenza di suture, aprendo le porte della cardiochirurgia a pazienti che solo pochi anni fa venivano rifiutati perché ritenuti ad altissimo rischio. Si tratta di un cambiamento estremamente significativo che ci permette di far fronte a una patologia epidemica come la stenosi della valvola aortica, la più diffusa malattia valvolare acquisita nei paesi occidentali, cresciuta di pari passo con l’aumentare dell’aspettativa di vita dei nostri pazienti. L’esperienza del nostro istituto con questa tecnologia è la più vasta al mondo” – continua il Dottor Solinas – “la chirurgia mininvasiva che Perceval consente di effettuare con un piccolo accesso intercostale e senza l’apertura del torace ci ha consentito sì di ridurre i tempi operatori, ma soprattutto di offrire un’importante riduzione del dolore percepito dal paziente, un rapido recupero funzionale, un minor ricorso alle trasfusioni e una ridotta esposizione al rischio di infezioni. È un caso in cui la tecnologia è d’aiuto al paziente, prima ancora che al chirurgo.”
Il Professor Mauro Rinaldi, direttore dell’UOC di Cardiochirurgia presso l’Ospedale Molinette, Azienda Ospedaliero – Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, ha sviluppato una nuova tecnica di impianto che minimizza ulteriormente l’acceso chirurgico già ridotto necessario per Perceval: “Io e il mio team siamo passati dalla minitoracotomia destra – una piccola incisione nello spazio intercostale – alla toracoscopia. Siamo riusciti cioè ad evitare di dover divaricare anche solo leggermente le costole del paziente, inserendo nel naturale spazio intercostale un toracoscopio che ci consente, grazie all’ausilio di una telecamera, di rimuovere la valvola calcifica e posizionare Perceval. La maggior parte dei casi per i quali si richiede la sostituzione della valvola aortica derivano dal fisiologico deteriorarsi dei tessuti cardiaci. Parliamo quindi di pazienti anziani o con altre patologie concomitanti, che hanno beneficiato in modo particolarmente significativo della riduzione dei tempi operatori e dei tempi di recupero garantita da Perceval. Controllando le diverse variabili dell’intervento e riuscendo addirittura a svolgerlo in toracoscopia, oggi riusciamo a offrire il minimo del trauma chirurgico insieme alla stabilità e alla sicurezza dei risultati tipici della chirurgia tradizionale.”
La stenosi aortica
È una riduzione della capacità di apertura della valvola aortica, che comporta l’ostruzione del flusso di sangue tra il ventricolo sinistro e l’aorta. Le cause sono generalmente una calcificazione dei vasi e dei tessuti della valvola conseguenti ai sedimenti del sangue e a carichi meccanici molto elevati: basti pensare che una valvola aortica sana si apre e chiude, a riposo, tra le 60 e le 80 volte al minuto. La malattia insorge solitamente tra i 60 e 70 anni. Sopra gli 80 anni, ne soffre una persona su 4. Visto il crescente numero di anziani, l’incidenza della stenosi è in forte aumento, circa il 2-3% nella popolazione di età maggiore di 65 anni. Senza un intervento chirurgico, circa l’80% dei pazienti ha un’aspettativa di vita non superiore ai tre anni.
Alcune notizie su Perceval
Perceval viene prodotta in Italia e in Canada nelle sedi Livanova di Saluggia e Vancouver. Si tratta di una tecnologia avanzatissima nata e sviluppata in Italia – che ha unito lo studio di materiali e design innovativi alla perizia, tutta artigianale, delle addette dei reparti di produzione che cuciono a mano le componenti biologiche di ciascuna valvola. (vedi immagine)
È una bioprotesi progettata per sostituire chirurgicamente la valvola aortica malata o una protesi non più funzionante. Grazie al suo sistema di ancoraggio senza suture non necessita di essere posizionata tramite una sternotomia mediana completa, ma consente anche un approccio chirurgico mini invasivo, in semi-sternotomia o mini toracotomia destra. Da oggi, grazie alla tecnica sviluppata dal dottor Mauro Rinaldi, anche in toracoscopia.
Tre le principali caratteristiche della valvola:
– È realizzata in pericardio bovino: garantisce elevate performance emodinamiche e di durata.
– Ha una struttura autoespandibile in nitinolo che ha la doppia funzione di sostenere la valvola e di mantenerla nel sito d’impianto.
– Non necessita di suture: è autoancorante